Correva l’anno 1969 quando la carrozzeria Zagato presentava al Salone di Torino la Fiat Zanzara, una divagazione sul tema Fiat 500 che portò alla trasformazione della popolarissima utilitaria torinese in un’accattivante dune buggy vantando uno stile davvero unico che ricorda un misto fra una zanzara e una rana.
Autore del progetto fu l’estroso Ercole Spada, uno che per Zagato aveva già disegnato e avrebbe successivamente ideato pezzi di design del calibro delle varie Lancia e Alfa Romeo con la “Z”, ma anche la Aston Martin DB5 GT Zagato.
Tutto rimaneva di serie, tranne la carrozzeria in fibra di vetro completamente scoperta e priva di portiere. La vettura sarà prodotta in soli due esemplari, uno dipinto in rosso e l’altro in verde.
Il progetto Zanzara però, per quanto apprezzato per originalità, rimase allo stadio prototipale e non ebbe uno sbocco commerciale, anche se l’epoca era quella in cui le cosiddette “spiaggine” soprattutto su base 500 avevano un certo seguito.
Il motore è un due cilindri di serie, con posizione di guida ribassata. Pochi sanno, inoltre, che con il marchio Zagato c’è un’auto sostanzialmente identica come spazi e concetti generali in termine di linea, la Hondina Zagato basata su meccanica della Honda N360 (oggetto proprio del modello in questione *). Dato il profilo filante e il bassissimo peso complessivo (445 chilogrammi), con un motore non elaborato erano raggiungibili sulla carta i 110 chilometri orari.
(*) non si conosce per ora la motivazione che abbia spinto Polistil a lavorare sul progetto nipponico di Honda e non sull'italiana Fiat.
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